Agata aveva avuto una vita abbastanza agiata. Da sempre. Non era mai stata ricca ma agiata si. Un matrimonio alle spalle, dove aveva anche buttato un’altra storia, forse quella piu’ importante della sua vita. “Quando hai quasi 40 anni” si ripeteva ormai ogni giorno, “non e’ che hai molto tempo da perdere se vuoi un figlio”.
Si vesti’ con il vestito di lino chiaro, quello che si metteva ogni volta che voleva sentirsi fresca e a proprio agio. Ormai era decisa e con la sua serena tranquillita’, entro’ nell’agenzia di viaggi.
Manuela quella mattina era felice. Aveva ricevuto un mazzo di fiori da uno sconosciuto che pero’ non era tanto sconosciuto. Lo aveva sorpassato almeno una dozzina di volte in autostrada, la sera prima. E altrettante volte si era fatta risorpassare. Tornando dal mare quel gioco le piaceva. Quando il fioraio la chiamo’ per concordare la consegna, il suo cuore batte’ a mille come non capitava da anni, ormai. Sapere che quel tipo, in poche ore, era riuscito a rintracciarla per mandarle dei fiori, la fece sentire come una principessa. Qualcuno stava facendo qualcosa per lei! Da quando suo marito se ne ando’ lasciandole l’agenzia di viaggi piena di debiti, non si era mai sentita come una donna, bella e con meno di trenta anni, dovrebbe sentirsi.
“vorrei andare in California la prossima settimana” chiese Agata appena si mise a sedere davanti quella scrivania dove i depliant di viaggi piu’ o meno esotici, piu’ o meno cari, cercavano di dare un senso al lavoro di quella bella ragazza mora e abbronzata. “Chissa’ come e’ felice lei, chissa’ come sara’ bello il suo uomo e chissa’ quanti figli avranno”. Ogni pensiero di Agata tornava ai figli, a quello che sarebbe stato il vero motivo del suo viaggio in California. A nessuno lo aveva rivelato. Chiuso lo studio, aveva mandato in ferie la sua segretaria e anche a suo padre aveva detto che sarebbe andata in vacanza per un paio di settimane. Cosi’, senza dettagli. Mentre la bellissima impiegata le cercava il volo piu’ comodo, apri’ la borsetta e rilesse la mail con la quale, la banca del seme di San Francisco, le confermava l’appuntamento.
Ogni volta che digitava una qualunque sigla di un qualunque aeroporto in giro per il mondo, Manuela si chiedeva quando mai sarebbe riuscita nuovamente a fare un viaggio. Adesso non poteva permettersi nemmeno quelli che i tour operator offrono con fantastici sconti per gli agenti di viaggio: troppi debiti. Pochi soldi. Pochissimi soldi. E nemmeno uno straccio di fidanzato che la spingesse a fare qualcosa di diverso. Solo avventurette che portavano sesso, poco e fatto male. “SFO” San Francisco sarebbe stato un gran bel posto dove andare. Fantastiche spiagge erano il comune denominatore di ogni tour operator. E poi, poi c’erano anche quelle meravigliose cliniche per l’inseminazione artificlale. dove, anche senza un uomo, avrebbe potuto coronare il desiderio della sua vita.
Agata torno’ circa un anno dopo in quella agenzia. Spingeva un passeggino sorridendo. La sua agiatezza le aveva consentito una serena vacanza, un bellissimo soggiorno e un’inseminazione artificiale senza tante domande.
Manuela la riconobbe, come riconosceva tutti i suoi clienti. Sorrise al bambino e alla mamma che voleva prenotare una vacanza al mare, per pochi giorni. Si strinse nel suo dolore di donna sola, senza i soldi che le avrebbero permesso una vacanza… da mamme.