… ovvero l’inutile prova gastronomica.
Mossi da spirito di avventura ci siamo incamminati in uno dei pochi ristoranti raggiungibili a piedi. Purtroppo la delusione, come supponevamo, è stata cosmica.
L’atmosfera è quella di ristorante anni 70 dove tutto, ma proprio tutto, dagli arredi alla cucina, dai camerieri ai commensali, dai quadri al menu, sembrava fermo a quegli anni.
Il nostro tavolo non era il più fortunato: proprio davanti la cucina e questo non ha aiutato il giudizio che, comunque, sarebbe stato pessimo anche se fossimo stati seduti fuori nella veranda.
La carbonara dello spaghetto, di dose sicuramente abbondante, era fatta con la panna che se ti vede un ragazzo di terza alberghiera ti denuncia all’ordine dei ristoratori. La carrettiera dell’altro piatto di spaghetti era veramente piccante ma di questo non se ne può fare una colpa. Colpa si può senz’altro fare al piatto di salsicc(i)e e fagioli all’uccelletto che, insieme alla scaloppina al marsala, sono rimasti in attesa di essere serviti per almeno 7 minuti sul banco della cucina. Risultato? Freddi e immangiabili sia per temperatura sia per gusto.
Non abbiamo voluto eccedere e quindi abbiamo rinunciato al tanto decantato zuccotto.
Purtroppo non abbiamo potuto rinunciare alla doccia: è stato infatti necessario anticipare quella del mattino dopo per non andare a letto odorando come un soffritto. Chissà se riuscirò mai a indossare di nuovo i vestiti usati l’altra sera!